TOMBA DEI TORI
Datazione seconda metà del VI sec. a.C.
Anno rinvenimento: 1892
Tomba a tre ambienti: un atrio e due stanze sepolcrali. L'anticamera con banchine alle pareti era utilizzata per i riti e il banchetto in onore del defunto. Nell'atrio sul fregio della parete di fondo, è raffigurato a destra un toro che incorna due omosessuali che stanno avendo un rapporto, mentre a sinistra un altro toro si gira indifferente di fronte a rapporti sessuali maturati fra uomini e donne.
Queste ultime sono sempre rappresentate chiare, mentre gli uomini di colore marrone.
Questa scena dimostra che presso gli Etruschi l'omosessualità non era una cosa normale, ma piuttosto degna di biasimo.
Sotto il fregio è rappresentato Achille (a sinistra) che tende un agguato a Troilo (figlio di Priamo re di Troia).
Questa raffigurazione è l'unica in tutta la pittura parietale tarquiniese arcaica, a presentare una scena tratta dalla mitologia greca; essa riprende la leggenda della bisessualità di Achille e vuole dimostrare che presso i greci, invece, l'amore fra sessi uguali era un fattore frequente e ordinario.
In basso l'albero della vita pieno di foglie, è legato dalla sciarpa della vita all'albero della morte, scheletrito e con il festone nero della morte appeso ad un ramo.
L'iscrizione onomastica al centro del fregio superiore, nomina colui che probabilmente era il proprietario della tomba, Aranth Spurianas.
I dipinti risentono una forte influenza della pittura vascolare pontica, per questo si suppone che siano stati eseguiti da un pittore vascolare greco.